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Robiola, un gustoso segreto italiano.


Descrizione

Un'anima divisa, questo è il Piemonte. Non che ne soffra. Infatti la regione dell'estremo nord-ovest italiano sembra godere della propria molteplice identità: le curatissime colline ricoperte di vigneti che dalle langhe si estendono fino ai confini occidentali di Torino ne sono un esempio.
Il nome della regione evoca alcuni dei più prestigiosi vini italiani: Barolo e Barbaresco prima ed anzitutto, ma anche Dolcetto, Nebbiolo, Barbera. Per non parlare dei tartufi bianchi di Alba ed alcune seducenti opportunità di turismo enogastronomico.
Però molte persone si lasciano scappare la regione meridionale delle langhe che, racchiude alcune stupende, inesplorate terre di caratteristici tesori gastronomici. Fra questi emerge la cremosa, compatta, vellutata robiola dalla magnifica fragranza fatta con latte crudo delle capre allevate sulle colline che circondano il paese di Roccaverano, abbarbicato ad 800 m. su un mare di colline terrazzate.
Fra le formaggette esiste una straordinaria varietà di sottili sapori che derivano dalle differenze di stagioni, terreno, altitudine, esposizione e vegetazione anche all'interno di una ristretta area geografica.
Della robiola di Roccaverano si fa menzione nelle cronache fin dall'anno 1000, sebbene le sue origini coincidano con l'insediamento, molto più antico, dei celti liguri.
Fino ai tempi recenti, il terreno calcareo, l'isolamento di Roccaverano e l'alta Valle Bormida, avevano potuto garantire una produzione agricola appena superiore a livello di sussistenza per la sua popolazione di piccoli fattori. L'unica fonte di latte erano le capre, che non necessitavano di ricchi pascoli.
Oggi che le gastronomie e i loro clienti nel nord Italia, Francia e Svizzera, hanno assaggiato questi formaggi, la richiesta ha cominciato a crescere e la produzione della robiola ha cominciato ad attrarre i giovani.
Vittorio Emanuele II di Savoia, il re che ha sovrinteso all'Unità d'Italia nel 1861, amava cacciare in queste regioni meridionali delle langhe, ma soprattutto sua altezza amava fare sosta presso le fattorie per mangiare coi contadini. In queste terre, dove convivono civiltà e natura selvaggia, dove non si richiede la presenza umana se non nella giusta misura, nessuno se ne meravigliava.


Le Caratteristiche.
La Robiola di Roccaverano è un formaggio da tavola a pasta fresca, tenera, compatta, che può essere consumato fresco o leggermente maturo, di forma cilindrica con facce piane leggermente orlate, diametro variabile da 10 a 13 centimetri e altezza di 2,5-4 centimetri, con leggere variazioni in rapporto alle condizioni termiche di produzione.
Una recente variazione del disciplinare consente di produrla in solo in alcuni Comuni della Provincia di Asti (Bubbio, Cessole, Loazzolo, Mombaldone, Monastero Bormida, Olmo Gentile, Roccaverano, San Giorgio Scarampi, Serole e Vesime) e di Alessandria (Castelletto d'Erro, Denice, Malvicino, Merana, Montechiaro d'Acqui, Pareto, Ponti, Spigno Monferrato ed il territorio del Comune di Cartosio ubicato sulla sponda sinistra del torrente Erro)

La Robiola di Roccaverano oggi è un prodotto finalmente tutelato in ogni sede istituzionale secondo quanto previsto dal Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali del 13 gennaio 2006 pubblicato sulla G.U. n. 27 del 2 febbraio 2006.




Foto

Robiola, un gustoso segreto italiano.


Collegamenti

Documenti allegati

Per conoscere il testo completo del Decreto e del nuovo Disciplinare Approvato dal Consorzio per la Tutela del Formaggio di Roccaverano.

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